Comunicato stampa
Pubblichiamo questo comunicato stampa in seguito alle notizie giunte dalla Campania rispetto all'inchiesta della Procura di Napoli per truffa ai danni di migranti e dello stato.
Leggendo nei giorni scorsi le notizie provenienti dalla Campania, rispetto all'inchiesta per truffa nei confronti di migranti e dello Stato, che vede purtroppo coinvolta anche una Caritas diocesana, la prima reazione, come operatori e volontari di questo ufficio pastorale nella nostra diocesi, è di profonda delusione e sconforto. Ci ribelliamo però all’idea di un “sistema Caritas” di cui hanno tendenziosamente parlato alcuni quotidiani. Ecco allora che delusione e sconforto lasciano presto spazio al desiderio di far conoscere ciò che facciamo ogni giorno per accogliere, integrare, accompagnare i profughi che lo Stato ci ha affidato.
In questo momento stiamo ospitando, come Caritas diocesana di Imola, 3 giovani profughi a retta pagata dal Ministero della Difesa, attraverso la Prefettura di Bologna. Altri due ragazzi, per i quali il contributo economico è già cessato, sono ancora a nostro carico per consentire loro di completare un percorso che possa portarli ad una certa autonomia.
Negli ultimi 12 mesi, tra profughi arrivati e quelli già ripartiti per altre destinazioni, abbiamo ospitato a retta mediamente 5 profughi. Per ciascuno di loro, sono erogati al gestore (Caritas) 30€ al giorno.
Di questi, secondo Convenzione, consegniamo ogni giorno a ciascun ragazzo 2,50€ di spillatico (il cosiddetto “pocket money”). Rimangono 27,50€.
A questa cifra va sottratta la retta che chiediamo a tutti gli ospiti della nostra Casa d'accoglienza: 5€, tutto compreso (che avremmo ricevuto ospitando altre persone). Restano così 22,50€/dì a persona.
Per quanto riguarda il vitto, spendiamo ogni giorno circa 7€ a testa, comprensivi di colazione, pranzo e cena; non potendoci permettere di far mangiare i ragazzi in mensa, li accompagniamo infatti a fare la spesa, educandoli anche a scelte convenienti, che torneranno loro utili in un futuro. Si scende così a 15,50€.
Veniamo alle risorse umane, per lo più volontarie a meno dei mediatori, previsti da Convenzione. Nel progetto di integrazione dei profughi sono impegnati due mediatori culturali a part/time: uno di lingua francese e uno di lingua inglese, che seguono i ragazzi quotidianamente per i corsi di italiano, le cure mediche, l'orientamento al territorio, l'inserimento nel nostro contesto culturale, la costruzione di reti con persone della stessa etnia presenti a Imola, l'accompagnamento nei vari viaggi in prefettura a Bologna, ecc. ecc. La somma dei due part/time è circa di 1.500€ lordi al mese, che se dividiamo per 30 giorni/mese e per i cinque ragazzi, dà come risultato 10€/giorno/persona. Rimangono così 5,50€.
Consideriamo ancora alcune spese varie che sosteniamo per loro: ricariche telefoniche, biciclette, farmaci non esenti, il nostro automezzo... il tutto quantificabile mediamente in 1,50€ al dì a persona. Restano dunque 4€ al giorno di “margine” per ciascun ragazzo, senza contare le ulteriori risorse umane messe in campo (come, ad esempio, l’amministrazione). In definitiva, rimane una cifra inferiore anche alla retta giornaliera di ospitalità della nostra Casa di accoglienza.
Un piccolo “utile”, frutto di una gestione oculata delle risorse, che ci dà la possibilità di poter “diluire” i progetti di ogni singolo profugo in modo personalizzato anche dopo la cessazione della retta da parte del Ministero (come adesso in due casi): ciò per evitare il vagare di città in città di profughi diventati senza fissa dimora una volta cessata la retta statale. Una cifra, infine, utile anche per coprire le somme da noi sostenute per aiutare questi giovani a raggiungere e stabilirsi in altri Paesi europei una volta ottenuto il sospirato permesso di soggiorno, come è avvenuto con tre di loro.
Speriamo di aver chiarito le idee a quanti avevano desiderio di approfondire e di aver contribuito ad una “operazione trasparenza” sempre necessaria, particolarmente quando si parla di soldi pubblici (argomento di grande attualità).
Caritas diocesana di Imola